• Istituto di Biologia e Patologia Molecolari

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22/11/2023

Nel DNA della popolazione nomade dei Fulani la testimonianza di antichi pastori sahariani

Uno studio, condotto da un team internazionale coordinato da Sapienza Università di Roma e dall’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche, mostra un’affinità genetica tra Fulani e individui del Marocco risalenti al Neolitico. I risultati, pubblicati sulla rivista Current Biology, individuano nei pastori nomadi Fulani i discendenti di una antica po-polazione “pan-Sahariana” che si è poi definitivamente frammentata e divisa con la desertificazio-ne della regione africana

Eugenia D'Atanasio eugenia.datanasio@cnr.it
Fulvio Cruciani fulvio.cruciani@uniroma1.it 

Un team di ricerca internazionale, coordinato dalla Sapienza e dall’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibpm) di Roma, ha condotto uno studio che fa luce sul ruolo dei cambiamenti climatici del Sahara.
Sfruttando l’informazione contenuta nell’intero genoma di 43 individui e applicando le nuove tecnologie di sequenziamento ad alta copertura, i ricercatori si sono focalizzati sui Fulani, la più estesa popolazione di pastori nomadi al mondo, attualmente stanziata lungo tutta la fascia saheliana, immediatamente a sud del deserto del Sahara. Questa popolazione, da studi genetici e antropologici precedenti, sembrava presentare delle caratteristiche peculiari, diverse da quelle delle popolazioni circostanti.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, ha indagato la natura di questa specificità al fine di darne anche una caratterizzazione storica e cronologica attraverso il confronto con altri genomi moderni e antichi presenti in letteratura.


Rappresentazione semplificata delle componenti genetiche nelle popolazioni del Green Sahara e nei Fulani.
(Credits: Eugenia D'Atanasio. Concessione di Current Biology)


Per la prima volta è stata evidenziata una forte affinità genetica, finora solo ipotizzata sulla base di elementi culturali e reperti archeologici, tra i Fulani e individui del Marocco risalenti al Neolitico. Con un approccio di analisi congiunta di genomi moderni e antichi mai applicato per il continente africano, è stato possibile collocare l’origine dei Fulani nell’arco dell’ultimo periodo umido del Sahara (12.000 – 5.000 anni fa, denominato “Green Sahara”), quando l’attuale deserto era invece una terra fertile, rigogliosa e abitata, facendo di questa popolazione la testimone chiave di uno dei più grandi cambiamenti climatici del continente africano.
“Gli approcci utilizzati in questo studio ci hanno inoltre permesso di fare luce sulla storia recente dei Fulani, che risultano suddivisi in due sotto-gruppi geneticamente distinti a causa di fattori socio-culturali non ancora ben caratterizzati”, spiega Flavia Risi, dottoranda in genetica e biologia molecolare presso la Sapienza Università di Roma e co-autrice della ricerca.
Lo scenario ipotizzato sulla base di questi risultati propone inoltre la presenza nel “Green Sahara” di frequenti contatti e migrazioni tra le popolazioni, a formare una sorta di popolazione “pan-Sahariana” che si è poi definitivamente frammentata e divisa con la desertificazione dell’area, a partire da 5.000 anni fa ma di cui rimane traccia nei Fulani in virtù di uno stile di vita particolarmente isolato.
“L’ambiente fertile del Sahara ha sicuramente promosso estesi movimenti e contatti tra le popolazioni del Sahara e i risultati di questo studio aiutano a tracciare una linea di congiunzione tra gli antichi pastori sahariani e i moderni Fulani” spiega Eugenia D’Atanasio, ricercatrice dell’Istituto di biologia e patologia molecolari del Cnr (Cnr-Ibpm) e co-coordinatrice dello studio.
Lo studio rappresenta un contributo alle conoscenze attuali sulla storia evolutiva umana e sulla sua biodiversità, in particolare nel continente africano, luogo che ospita la più grande ricchezza genetica per la nostra specie. Tali risultati evidenziano poi come spostamenti e contatti transahariani non siano solo un fenomeno recente, ma una realtà storica antichissima, confermando infine il ruolo dei grandi cambiamenti climatici (come la desertificazione) nelle migrazioni umane.
“L’Africa, nonostante la sua ricchezza culturale e genetica, è ancora poco studiata a livello genomico. Oltre alle informazioni sul popolamento del “Green Sahara”, le sequenze genomiche prodotte durante questo studio rappresentano uno strumento essenziale per la comunità scientifica in quanto permettono di colmare, almeno in parte, una grossa lacuna nella nostra conoscenza della diversità umana”, aggiunge Fulvio Cruciani del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin della Sapienza Università di Roma e PI del progetto.



18/09/2023

IBPM-CNR @ the European Researchers' Night 2023 (ERN2023)

EVENTO:

"DNA take away"
29-30 Settembre 2023, 18:30-23:00 - Città dell'Altra Economia, Testaccio, Roma
Evento ad accesso gratuito, ma è consigliata la PRENOTAZIONE

Un esperimento da scienziati! I partecipanti saranno coinvolti in uno speciale esperimento, semplice ma scientificamente rigoroso, che permetterà di estrarre il proprio DNA e realizzarne un “fiocco” da mettere in una bottiglietta. Cosa farci poi? Portarlo con sé, per ricordarsi quanto la scienza sia sorprendente!




Link: https://www.scienzainsieme.it/notte-europea-dei-ricercatori/



18/09/2023

IBPM-CNR @ the European Biotech Week 2023 (EBW2023)

EVENTO 1:

"A spasso nel tuo genoma"
Giovedì 28 Settembre, 9:00-14:00 - Sede Centrale CNR - Aula Marconi, piazzale Aldo Moro 7, Roma

Una giornata di esplorazione del nostro genoma dedicata agli studenti della scuola secondaria superiore. Racconteremo le tappe fondamentali della conoscenza del genoma umano e come questa conquista abbia cambiato il volto della ricerca bio-medica, la visione che abbiamo dell’organizzazione del nostro genoma e la comprensione dei meccanismi alla base di molte malattie. Compiremo un tour virtuale del genoma umano utilizzando una sorta di Google Maps genomico. Non mancheranno quiz per esplorare numeri e fatti sorprendenti sul nostro genoma. Tra una presentazione e una tappa del nostro tour, i partecipanti potranno prendere parte ad una vera e propria estrazione del proprio DNA. Non solo, per la prima volta in questa edizione i ragazzi potranno contare sul supporto di un assistente d’eccezione durante il laboratorio: un “edudroide”, ovvero un robot interattivo pronto a risolvere dubbi e curiosità sul DNA. 

EVENTO 2:

"Un tuffo nel magico mondo dell’acqua!"
26 Settembre 2023 (9:00-13:00); 27 Settembre 2023 (9-16) - Scuola primaria dell'Istituto Comprensivo "Martin Luther King", via degli Orafi 30, Roma

L’acqua rappresenta da sempre per i bambini un mondo affascinante e di gran divertimento. Questo laboratorio si propone di esplorare le straordinarie proprietà dell’acqua, che sono ogni giorno sotto i nostri occhi e che verranno spiegate ai bambini in maniera divertente e allo stesso tempo scientificamente rigorosa. Il laboratorio prevede di esplorare insieme alcune proprietà dell’acqua (temperatura, stato, capillarità, tensione superficiale e densità) attraverso un linguaggio semplice e con esperimenti mirati alla comprensione di tali caratteristiche.




Organizzazione evento IBPM-CNR per la EBW2023: Giovanna Costanzo, Teresa Colombo, Alessandra Guidi, Cecilia Mannironi, Erica Salvati

Link: https://www.cnr.it/it/evento/18667/il-cnr-ibpm-per-la-biotech-week-2023
Link: https://assobiotec.federchimica.it/agenda/tutti-gli-eventi/2023/09/25/default-calendar/biotech-week-2023



16/02/2023

Sharing the future - GIOVANI e SCIENZA

100 anni di Consiglio Nazionale delle Ricerche, che dal 1923 realizza progetti di ricerca scientifica nei principali settori della conoscenza per lo sviluppo del Paese, promuovendo l'innovazione, lʼinternazionalizzazione del "sistema ricerca" e favorendo la competitività del sistema industriale. Per celebrare questa importante ricorrenza, si aprono le porte agli studenti di diverse scuole secondarie di II grado di Roma e del Lazio.


Assoluti protagonisti dellʼincontro, organizzato da CNR - Unità Comunicazione insieme a Fondazione Mondo Digitale, ente del Terzo settore impegnato da oltre 20 anni nella diffusione della conoscenza e della cultura dell'innovazione, sono proprio le ragazze e i ragazzi, che hanno la possibilità di entrare in contatto con le ricercatrici e i ricercatori del CNR per approfondire progressi e scoperte su temi quali la salute dellʼuomo e del pianeta, ambiente ed energia, intelligenza artificiale.


Le sessioni, in cui si affrontano discussioni su robotica, scienze della vita, sostenibilità, energia pulita, intelligenza artificiale e transizione digitale, sono organizzate sul format del role modeling, per creare opportunità di confronto e scambio tra studenti e ricercatori. Lo scopo è quello di mostrare modelli di riferimento positivi per trasmettere valori e interessi che fungano da ispiratori per gli studenti partecipanti.



Organizzazione evento:

CNR Unità comunicazione
Fondazione Mondo DIgitale

Link pagina CNR: https://www.cnr.it/it/evento/18381/sharing-the-future-giovani-e-scienza
Link programma: Agenda_Sharing_the_future_CNR_sede_16febb23.pdf



19/09/2022

IBPM-CNR @ the European Biotech Week 2022 (EBW2022)

EVENTO 1:

"A spasso nel tuo genoma"
Lunedì 26 Settembre, 9:00-13:00 - Sede Centrale CNR - Aula Marconi, piazzale Aldo Moro 7, Roma

Una giornata di esplorazione del nostro genoma con gli studenti delle Liceo Ginnasio "T. Tasso" di Roma. Racconteremo le tappe fondamentali della conoscenza del genoma umano e come questa conquista abbia cambiato il volto della ricerca bio-medica, la visione che abbiamo dell’organizzazione del nostro genoma e la comprensione dei meccanismi alla base di molte malattie. Compiremo un tour virtuale del genoma umano utilizzando una sorta di Google Maps genomico. Non mancheranno quiz per esplorare numeri e fatti sorprendenti sul nostro genoma. Tra una presentazione e una tappa del nostro tour, i partecipanti potranno prendere parte ad una vera e propria estrazione del proprio DNA.

EVENTO 2:

"Un tuffo nel magico mondo dell’acqua!"
27-28-29-30 Settembre 2022, 9:00-12:00 - Scuola primaria ed infanzia "Vittorio Piccinini", Istituto Comprensivo "Anna Fraentzel Celli", via F. Fiorentini 48, Roma

L’acqua rappresenta da sempre per i bambini un mondo affascinante e di gran divertimento. Questo laboratorio si propone di esplorare le straordinarie proprietà dell’acqua, che sono ogni giorno sotto i nostri occhi, e che verranno spiegate ai bambini in maniera giocosa ma allo stesso tempo scientifica. Il laboratorio prevede di esplorare insieme alcune comuni proprietà dell’acqua (temperatura, stato, capillarità, tensione superficiale e densità) attraverso un linguaggio semplice e con esperimenti mirati alla comprensione di tali caratteristiche. L’attività viene proposta a due fasce di età (3-6 e 6-10) per le quali verranno affrontati i medesimi temi ma con modalità e linguaggio adattati alla fascia d’età dei partecipanti.




Organizzazione evento IBPM-CNR per la EBW2022: Giovanna Costanzo, Angela Cirigliano, Teresa Colombo, Alessandra Guidi, Cecilia Mannironi, Erica Salvati

Link: https://www.cnr.it/it/evento/18077/il-cnr-ibpm-per-la-biotech-week-2022
Link: https://assobiotec.federchimica.it/agenda/tutti-gli-eventi/2022/09/26/default-calendar/biotech-week-2022



19/09/2022

IBPM-CNR @ the European Researchers' Night 2022 (ERN2022)

EVENTO:

"Il mio DNA? Oggi lo metto in bottiglia"
30 Settembre - 01 Ottobre 2022, 18:30-23:00 - Città dell'Altra Economia, Testaccio, Roma
Evento ad accesso gratuito, ma è consigliata la PRENOTAZIONE

Un esperimento da scienziati! I partecipanti saranno coinvolti in uno speciale esperimento, semplice ma scientificamente rigoroso, che permetterà di estrarre il proprio DNA e realizzarne un “fiocco” da mettere in una bottiglietta. Cosa farci poi? Portarlo con sé, per ricordarsi quanto la scienza sia sorprendente!




Link: https://www.scienzainsieme.it/il-mio-dna-oggi-lo-metto-in-bottiglia/
Link: https://www.scienzainsieme.it/category/notte-2022/roma/



20/06/2022

La prima sequenza completa del genoma umano: IBPM ne parla all'Italia con Voi

Lo scorso 1 Aprile 2022 è stato pubblicato sulla rivista Science il lavoro del consorzio Telomere-2-Telomere (T2T) che illustra un nuovo traguardo fondamentale per la biomedicina: la prima sequenza completa, da telomero-a-telomero, di un genoma umano. Due ricercatrici dell'IBPM, Teresa Colombo e Giovanna Costanzo, ne parlano alla trasmissione "L'Italia con Voi" del canale RAI Italia andata in onda lo scorso 14 Giugno e accessibile sul sito RaiPlay a questo link: https://www.raiplay.it/video/2022/06/LItalia-con-Voi-Puntata-del-14062022-16384347-0525-4f70-a9dc-20c25f2e9035.html (intervento IBPM intorno al minuto 45')







01/02/2022

Treatment of kidney clear cell carcinoma, lung adenocarcinoma and glioblastoma cell lines with hydrogels made of DNA nanostars
Biomaterials Science

Link: https://pubs.rsc.org/en/content/articlelanding/2022/bm/d1bm01643a

DNA-GEL, nuovi nanomateriali composti da stelline di DNA, da utilizzare nel trattamento di linee cellulari tumorali.



10/01/2022

AVVISO DI DISPONIBILITA’ PER UN ASSEGNO DI RICERCA CNR

Sarà pubblicato a breve il bando per un assegno di ricerca presso l’IBPM, sede di via degli Apuli 4. L’assegno di ricerca di 1 anno, rinnovabile, è bandito nell’ambito del programma MUR “PNIR - Programma Nazionale Infrastrutture di Ricerca” per il rafforzamento del capitale umano delle Infrastrutture di Ricerca.

In particolare l’AdR sarà dedicato al rafforzamento del personale nell’ambito del progetto PON “IMPARA – Imaging dalle molecole alla preclinica”, progetto Nazionale guidato dal CNR per lo sviluppo dell’infrastruttura nazionale di Imaging
http://www.ponricerca.gov.it/comunicazione/esempi-di-progetto/potenziamento-infrastrutture-di-ricerca/impara-imaging-dalle-molecole-alla-preclinica/
a sua volta dedicato all’ampliamento dell’infrastruttura Europea di imaging Eurobioimaging
https://www.eurobioimaging.eu/

Nell’ambito del progetto IMPARA, l’AdR collaborerà alla realizzazione del seguente obiettivo:
Sviluppo di metodologie di imaging per lo sviluppo di strategie genetiche e farmacologiche di potenziale valore terapeutico.

Qualificazioni, competenze, profilo scientifico e titoli di studio richiesti
Titoli di studio: Laurea Magistrale in Biologia (LM-06) o Biotecnologie (LM-09)
Esperienza in: colture cellulari di mammifero; microscopia in campo chiaro e fluorescenza per l’analisi di campioni fissati e vitali (video-registrazione).

I candidati interessati sono pregati di prendere contatto con
Patrizia Lavia patrizia.lavia@uniroma1.it



17/09/2021

POR FESR 2014-2020 Avviso Pubblico “Gruppi di Ricerca - 2020”  Progetti finanziati



APTASER - Sviluppo di inibitori ad acido nucleico della serina idrossimetiltrasferasi nel tumore al polmone


DWARF - La felce Pteris vittata: una strategia green per eliminare l’arsenico dalle acque potabili

INNOVA3DIMAGING - Metodologie innovative di 3D high content imaging per la validazione di nuove molecole antitumorali

NEWPAT - Analisi genetica del DNA fetale circolante nel sangue materno: sviluppo di un test di paternità non invasivo ad elevata specificità

ORGANOVA - Sviluppo di modelli organotipici e organ-on-chip di tumore ovarico per testare farmaci antitumorali

TOC - interazioni tra luce e ormoni nel controllo dell’apertura fiorale in specie modello e ortive

SMART-BREED - Tecnologie molecolari innovative per l’adattamento delle specie ortive al cambiamento climatico mediante breeding di precisione



27/07/2021

Coordination of biradial-to-radial symmetry and tissue polarity by HD-ZIP II proteins

L'organo riproduttivo femminile, il gineceo, della pianta modello Arabidopsis thaliana è finora l'unico esempio noto studiato a livello molecolare di una struttura in via di sviluppo che si riprogramma nel tempo per ottenere una transizione da simmetria bilaterale a radiale.
In uno studio condotto presso l’IBPM-CNR in collaborazione con il John Innes Center (UK) e il CREA-GB (Roma) è stato studiato il ruolo dei fattori di trascrizione HAT3 e ATHB4 nel passaggio da simmetria bilaterale a simmetria radiale durante la formazione dello stilo, la parte apicale del gineceo, nella pianta modello Arabidopsis thaliana. In precedenti studi, era stato dimostrato che il cambiamento da simmetria bilaterale a radiale del gineceo avviene attraverso vari stadi che possono essere descritti da un cambiamento della distribuzione dell’ormone auxina. In particolare, nella parte apicale del gineceo in formazione, l’auxina passa da una distribuzione a due foci (simmetria bilaterale) ad una a 4 foci (biradiale), ed infine ad un anello completo (radiale). Questo processo è controllato in modo cooperativo dai fattori di trascrizione bHLH SPATULA (SPT), INDEHISCENT e HECATE1, 2 e 3. I relativi mutanti, spatula e indehiscent sono bloccati allo stadio bilaterale a due foci, mentre il mutante triplo hecate1, 2, 3 è bloccato allo stadio di quattro foci. Nel lavoro appena pubblicato sulla rivista Nature Communications, viene descritto il ruolo di HAT3 e ATHB4, due fattori di trascrizione noti come target diretti di SPATULA, per il completamento del processo che porterà alla formazione dell’organo radializzato. Nel lavoro viene mostrato che i geni HAT3 e ATHB4 sono controllati positivamente anche dai geni HECATE in modo cooperativo con SPATULA. Attraverso analisi genetiche, l’utilizzo di fattori di trascrizione inducibili e di marcatori fluorescenti si è riusciti a stabilire che HAT3 e ATHB4 controllano la distribuzione dell’auxina e la sensibilità all’ormone citochinina. E’ stato inoltre osservato un controllo a feedback negativo di HAT3 e ATHB4 sul gene SPATULA. Questa regolazione è molto probabilmente responsabile del corretto bilancio della segnalazione ormonale nel tempo e nello spazio di auxina e citochinina, in modo da permettere la transizione della simmetria e la formazione del corretto organo radializzato.
Con questo lavoro, si vuole ricordare la collega Ida Ruberti, purtroppo venuta a mancare durante la fase finale di questo lavoro, per il suo ruolo fondamentale nella concettualizzazione del progetto e le approfondite discussioni sui risultati.






07/07/2021

Aspettando la Notte Europea Dei Ricercatori Talenti per la Scienza - 7, 9 E 10 Luglio 2021



Documenti:

NET_TALENTI-PER-LA-SCIENZA.pdf
Mappa TALENTI-.pdf



06/07/2021

Biallelic mutations in RNF220 cause laminopathies featuring leukodystrophy, ataxia and deafness

Impieghiamo la Drosophila melanogaster per scoprire i meccanismi molecolari alla base dei disturbi neurologici e neurodegenerativi, e stiamo studiando una nuova forma di leucodistrofia, legata all'atassia e alla sordità neurosensoriale.
Il sequenziamento dell'intero esoma di diverse grandi famiglie consanguinee, eseguito dai nostri collaboratori, ha permesso di identificare due mutazioni missenso che colpiscono residui conservati dell'ubiquitina E3 ligasi RNF220, come causative di questa forma di leucodistrofia. L'analisi di spettrometria di massa ha identificato la lamina B1 come partner di legame di RNF220. Abbiamo dimostrato che il silenziamento di RNF220 in Drosophila influisce in modo specifico sulla localizzazione subcellulare della lamina B1 e ne promuove l'aggregazione. Inoltre, la perdita di funzione di RNF220 promuove una forte neurodegenerazione nei tessuti del moscerino, supportando un legame funzionale tra RNF220 e la lamina B1.
Pertanto, dimostriamo che RNF220 è implicato in una nuova forma di leucodistrofia caratterizzata da atassia e ipoacusia neurosensoriale e mostriamo il suo ruolo nella regolazione della lamina nucleare. Inoltre, stabiliamo un modello di malattia in moscerino che potrebbe essere sfruttato per progettare nuove strategie terapeutiche.





03/06/2021

Prdm16-mediated H3K9 methylation controls fibro-adipogenic progenitors identity during skeletal muscle repair
Biferali et. al. (DOI: 10.1126/sciadv.abd9371)

In questo lavoro è stata studiata una popolazione di cellule stromali (i progenitori fibro-adipogenici, FAPs) che svolge un ruolo chiave nel mantenimento dell’omeostasi muscolare e della rigenerazione del muscolo scheletrico. I FAPs hanno, infatti, un duplice ruolo, da un lato promuovono la rigenerazione muscolare e dall'altro contribuiscono direttamente alla degenerazione fibro-adipogenica dei muscoli malati, quali ad esempio quelli dei pazienti affetti dalla distrofia muscolare di Duchenne.
In questo studio è stato individuato un meccanismo molecolare di repressione genica svolto dalle proteine Prdm16/G9a/GLP che è cruciale nel mantenere silente la capacità dei FAP di promuovere la formazione di tessuto muscolare. In particolare, questo lavoro mostra che la proteina Prdm16 gioca un ruolo fondamentale nel bloccare le regioni di DNA codificanti il potenziale muscolare dei FAP alla periferia nucleare, reclutando su di esse gli enzimi G9a e GLP per mantenerle silenti. Questo scoperta ha un importante risvolto traslazione e potenziale terapeutico, poiché è stato dimostrato che inibendo queste proteine in modelli murini di rigenerazione e distrofia, si riesce a cambiare il destino di queste cellule promuovendo la rigenerazione dei muscoli distrofici e allo stesso tempo rallentandone la degenerazione.

Referente IBPM: Chiara Mozzetta

Link: https://advances.sciencemag.org/content/7/23/eabd9371





04/03/2021

Cell Reports - Endothelin-1 drives invadopodia and interaction with mesothelial cells through ILK

Questo studio mette in luce come l’interazione molecolare tra le proteine ILK e ?-arrestina 1, a valle del recettore A dell’endotelina (ETAR) rappresenti un prerequisito per sostenere il processo metastatico delle cellule del carcinoma ovarico mediato dagli invadopodi. È stato chiarito che il complesso multiproteico contenente ILK e ?-arrestina 1 controlla dei circuiti di segnale finemente regolati e convergenti sulla GTPasi Rac3. L’attivazione specifica di questi segnali facilita la creazione di interazioni produttive tra cellule di carcinoma ovarico e cellule mesoteliali, e permette alle cellule tumorali di rimodellare la matrice extracellulare e invadere.
L’efficacia di Ambrisentan, un farmaco che controlla selettivamente l’attività di ETAR, nell'inibire l'adesione delle cellule tumorali ai siti metastatici e la loro capacità di formare metastasi in modelli preclinici, suggerisce che il controllo di questi circuiti di segnale attraverso il blocco di ETAR potrebbe rappresentare una via nel trattamento di questo tumore in fase pre-metastatica.


Lo studio è realizzato con il sostegno di AIRC ed hanno collaborato ricercatori dell’Istituto Regina Elena di Roma, Istituto Superiore di Sanità e Campus Biomedico di Roma.

DOI:https://doi.org/10.1016/j.celrep.2021.108800



Documents:
 Endothelin-1 drives invadopodia and interaction with mesothelial cells through ILK.pdf



01/02/2021

Una "Green Revolution" del Cnr tra i vincitori della StartCup Lazio 2020

Tra i vincitori della Start Cup Lazio 2020 c’è il team CNR composto dalla Dr Patrizia Brunetti (IBPM-CNR), dal Dr Davide Marzi (IBPM-CNR) e dal Dr Giancarlo Daniele (EGATO-VT1), che con il progetto Hydro Fern ottiene la Menzione Speciale “Social Innovation”, il Premio Speciale Regione Lazio, si aggiudica il 4° posto ed ottiene l’accesso al Premio Nazionale dell’Innovazione (PNI 2020).


Documents: 
5_Green-Clean-Biotech_LAZIO7_Avvenire_24_01_2021_pag3.pdf

Links:

https://www.cnr.it/it/news/9768/una-green-revolution-del-cnr-tra-i-vincitori-della-startcup-lazio-2020
https://www.tg24.info/regione-start-cup-lazio-2020-i-vincitori-della-6a-edizione/
https://www.repubblica.it/economia/rapporti/impresa-italia/mercati/2020/10/27/news/ecco_i_vincitori_della_6a_edizione_di_start_cup_lazio_2020-272047189/



28/01/2021



In questo studio, abbiamo prodotto sequenze dell’intero genoma da 30 individui antichi della Russia occidentale, più precisamente 3 cacciatori-raccoglitori dell’Età della Pietra (10800-4250 a.C.) e 26 agricoltori della Cultura di Fatyanovo (complesso della ceramica cordata, Età del Bronzo) (2900-2050 a.C.). L’analisi sul DNA antico ci ha permesso di mostrare che l’ancestry dei cacciatori-raccoglitori dell’Europa orientale era già presente in Russia dal 10000 a.C. Inoltre, con l’arrivo dell’agricoltura nell’area, si osserva un cambiamento nell’ancestry, con gli individui Fatyanovo che mostrano sia l’ancestry delle Steppe che quella dei primi agricoltori, in modo analogo ad altri gruppi della ceramica cordata. Infine, abbiamo potuto determinare il genotipo di 113 marcatori informativi per diverse caratteristiche fenotipiche, osservando cambiamenti nelle frequenze alleliche tra i cacciatori-raccoglitori e gli agricoltori Fatyanovo per marcatori coinvolti nella pigmentazione e nell’adattamento alla dieta. In conclusione, i nostri dati sembrano suggerire che le popolazioni associate alla cultura Fatyanovo probabilmente si sono originate in seguito ad una migrazione rapida da una regione vicina all’odierna Ucraina, dove le ancestry delle Steppe e dei primi agricoltori coesistevano già dal 3000 a.C. circa.

Referente IBPM: Eugenia D'Atanasio


 





15/12/2020


In questo studio è stato caratterizzato il ruolo della chinasi Aurora-A e del suo principale regolatore TPX2 nel controllo dell’orientamento del fuso mitotico in cellule di mammifero, processo che determina l’orientamento della divisione cellulare e di conseguenza il posizionamento ed il destino delle cellule figlie. Abbiamo messo in luce che TPX2 gioca un ruolo chiave nella regolazione da parte di Aurora-A della proteina del complesso di orientamento NuMA. Abbiamo anche descritto effetti opposti, dipendenti dai microtubuli, in seguito all’aumento dei livelli di Aurora-A o TPX2 in cellule non trasformate, risultanti rispettivamente in fusi “mis-orientati” o “super-allineati”. Poiché livelli elevati di Aurora-A e TPX2 sono spesso osservati nei tumori, lo studio fornisce una nuova chiave per comprendere i loro ruoli pro-tumorigenici. Apre anche la strada all’esplorazione della funzione di queste due proteine in nuovi contesti patologici, in particolare patologie dello sviluppo o neurologiche associate a difetti dell’orientamento della divisione cellulare.

Lo studio è frutto di una collaborazione tra l’Istituto di Biologia e Patologia Molecolari (IBPM) e l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO). Hanno partecipato gruppi di ricerca dell’Università Sapienza di Roma e del Max Planck Institute of Molecular Physiology (Dortmund, DE).

Referente IBPM: Giulia Guarguaglini
Comunicato CNR: https://www.cnr.it/it/comunicato-stampa/9861/nuova-luce-sulla-divisione-cellulare-nei-tumori




17/8/2020



Approfondimenti ai siti web:

https://rdcu.be/b6jAd

www.immunophenotype.org

twitter: immunosurveillance@TheCrick

Lo studio ha permesso di identificare nel sangue periferico dei pazienti con COVID-19 un insieme di cambiamenti a livello del sistema immunitario, che nell’insieme costituiscono un tratto caratterizzante questa malattia. È stato trovato che, specialmente nei pazienti più gravi, i linfociti T del sangue periferico sono tipicamente caratterizzati da una marcata linfopenia e da un fenotipo di attivazione/proliferazione. Alcuni dei cambiamenti identificati, ad esempio la notevole riduzione dei granulociti basofili e delle cellule dendritiche plasmacitoidi, correlano con la severità clinica della patologia. In particolare, è stato osservato che l’aumento dei livelli di una triade di molecole – IP-10, interleuchina-10 e interleuchina-6 – anticipa l’aggravamento della malattia nella coorte di pazienti studiata, informazione che potrà essere utile a scopi prognostici se confermata in un numero più elevato di pazienti.

Lo studio, denominato COVID-IP, è stato diretto dal prof. Adrian Hayday (Francis Crick Institute, King’s College London, Londra, Regno Unito). È stata studiata una coorte di 63 pazienti con COVID-19 ricoverati presso noti ospedali di Londra (Guy’s and St Thomas’ Hospitals). La dott.ssa Francesca Di Rosa dell’IBPM ha contribuito allo studio introducendo un saggio innovativo per l’analisi del ciclo cellulare dei linfociti T, usato qui per la prima volta in pazienti con COVID-19.



13/7/2020



Questo studio mette in luce come la componente non codificante del genoma influenzi il differenziamento neuronale, rivelando come il lungo RNA non codificante nucleare HOTAIRM1 contribuisca alla neurogenesi umana. Abbiamo caratterizzato un nuovo circuito regolativo in cui HOTAIRM1 controlla l’espressione di NEUROGENINA 2, un determinante primario del destino neuronale, e la cascata neurogenica a valle.

L’identificazione della proteina FUS, coinvolta nell’insorgenza della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), quale interattore diretto di HOTAIRM1 in motoneuroni, insieme alla presenza di una isoforma citoplasmatica di HOTAIRM1 localizzata nel soma e nei neuriti (frecce gialle) dei motoneuroni, suggerisce un possibile coinvolgimento di questo trascritto non codificante in processi neurodegenerativi.



Lo studio è il frutto di una collaborazione tra Istituto di Biologia e Patologia Molecolari (IBPM-CNR), Dipartimento di Biologia e Biotecnologie (Sapienza Università’ di Roma) e Center for Life Nanoscience @Sapienza (IIT).

Ricercatori IBPM di riferimento: Pietro Laneve e Elisa Caffarelli



6/12/2019


IBPM a "Più libri più liberi": evento sul DNA - GUARDA IL VIDEO


Documents: PLPL_2019_PROGRAMMA_CNR.pdf



07/11/2019

Nel progetto di alternanza scuola-lavoro svolto nel laboratorio di Maura Cardarelli e Patrizia Brunetti all'IBPM, gli studenti del liceo Pascal imparano tecniche "verdi", basate sullo studio della biologia molecolare delle piante, per decontaminare i terreni dall'arsenico

Fonte: Rassegna Stampa CNR



08/10/2019

Il premo Nobel 2019 in Fisologia o Medicina per la scoperta dell'adattamento delle cellule alla mancanza di ossigeno


Premi Nobel, i commenti degli esperti Cnr

Rassegna stampa 08/10/2019

I ricercatori Luciano Anselmo (Cnr-Isti), Alberto Ferri (Cnr-Ift), Alessandro Giuffré (Cnr-Ibpm) e Maurizio Peruzzini (Cnr-Dsctm) commentano la recente assegnazione dei premi Nobel per la fisica, per la medicina e la fisiologia e per la chimica, rispettivamente assegnati a James Peebles, Michel Mayor e Didier Queloz, a William G. Kaelin Jr, Sir Peter J. Ratcliffe e Gregg L. Semenza e a John B. Goodenough, M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino.
Vedi anche: il servizio al Giornale Rai Radio 1 ’Nobel Fisica 2019’ e il servizio di RaiNews24 ‘Nobel Chimica 2019’

Fonte: https://www.cnr.it/rassegnastampa/19-10/191008/AJ1YUC.tif



23/07/2019


Astrobiologia. Il progetto “VITA NELLO SPAZIO”, cui partecipa l’Unità IBPM coordinate da Giovanna Costanzo,  finanziato  da ASI, Agenzia Spaziale Italiana. Su PLATINUM https://platinum-online.com/, nuova testata distribuita dal Sole 24 ore


10/07/2019


Meeting with delegation from Ikiam University, Ecuador


Documents: Meeting with delegation from Ikiam University.pdf



Meet in Italy for Life Sciences 2019



28/03/2019

Articolo di rassegna stampa
 
 
 
Lo studio ha messo in luce il ruolo di un enzima metabolico, la serina idrossimetil-trasferasi (SHMT), nel sostenere l'elevata capacità proliferativa delle cellule tumorali. 

Cancer cell

Le cellule tumorali, soprattutto in tumori particolarmente aggressivi come quello polmonare, hanno richieste nutrizionali aumentate rispetto alle cellule normali. Capire come le cellule del tumore riprogrammino il loro metabolismo per far fronte a tali richieste è quindi fondamentale per comprendere i meccanismi alla base della moltiplicazione delle cellule tumorali. 
 
I ricercatori hanno identificato uno specifico RNA che lega l’enzima SHMT nel citoplasma, controllandone la funzione, mentre al contempo regola l'espressione dell’isoforma che si trova nel mitocondrio, la centrale energetica della cellula.
 

Mito

 

La scoperta apre la strada a terapie innovative, basate sulla progettazione di molecole di acidi nucleici che possano fungere da “interruttori” metabolici, bloccando l’alimentazione delle cellule tumorali e spegnendone così la proliferazione. 
 
Lo studio è frutto di una collaborazione tra ricercatori del Dipartimento di Scienze Biochimiche “A. Rossi Fanelli” della Sapienza e Istituto di Biologia e Patologia Molecolari (IBPM-CNR), in collaborazione con il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie (Sapienza), il Centre for Genomic Regulation di Barcellona e l'Istituto Catalano di Oncologia di Girona,
 



12/03/2019
13/02/2019
Alternanza Scuola-Lavoro: novanta ore per studiare antibiotici e SLA

Articolo di rassegna stampa



Durante la mitosi il materiale genetico deve essere ripartito ugualmente tra le due cellule figlie e tutta la cellula si riorganizza per assicurare una corretta segregazione dei cromosomi, mentre molti processi nucleari, quali la trascrizione e il processamento degli mRNA (“splicing”) sono interrotti. Il lavoro di Pellacani et al., dimostra che due proteine coinvolte nello splicing, Sf3A2 e Prp31, non rimangono inattive durante la mitosi, ma svolgono una funzione essenziale per un corretto legame dei cromosomi ai microtubuli del fuso. Lo studio di Pellacani et al. apre la strada a future ricerche volte a identificare altre “moonlighting proteins” coinvolte non solo nei processi di trascrizione o di splicing ma anche nella regolazione della mitosi. Una precisa definizione dei meccanismi molecolari della mitosi è fondamentale per comprendere i processi di carcinogenesi e sviluppare terapie anti-tumorali.

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Mitosi in cellule S2 di Drosophila di controllo (a) e prive di Prp31 (b) o Sf3A2 (c). Sono state usate cellule che esprimono sia tubulina-RFP, che marca i microtubuli del fuso, che Istone-GFP, che marca i cromosomi. Notare che nelle cellule di controllo la divisione cellulare è completata in circa 1 ora, mentre in assenza di Prp31 o Sf3A2 la cellula permane in mitosi per circa 4 ore.


NUOVO MESSAGGERO DI UN GENE REGOLA LA FERTILITÀ MASCHILE DELLE PIANTE

17/05/2018
 
Un team coordinato dall’Istituto di biologia e patologia molecolare del Cnr ha dimostrato che nelle piante la fertilità maschile è collegata a uno specifico messaggero del gene ARF8. L’indagine, pubblicata su Plant Cell, implica importanti ricadute in piante di interesse agrario di tipo ibrido che mostrano un maggior vigore rispetto a quelle prodotte per autofecondazione
 
La fertilità maschile in ambito vegetale dipende da un nuovo messaggero di un gene. Lo ha scoperto un team coordinato dall’Istituto di biologia e patologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibpm), unità di Roma, in collaborazione con l’Università di Kyoto e il Riken Institute di Yokohama, nell’ambito dei progetti bilaterali (Italia – Giappone) di grande rilevanza finanziati dal Ministero degli affari esteri e dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Lo studio, pubblicato sulla rivista Plant Cell, implica importanti potenziali ricadute in ambito agrario, poiché aiuterà la produzione di sementi ibride in specie coltivate, come riso, melanzana, pomodoro e molte altre.
 
“Sappiamo che la fertilità o capacità riproduttiva maschile delle piante è regolata dall’ormone auxina. La nostra indagine ha preso quindi in esame il fattore di trascrizione ARF8 (il gene Auxin Response Factor 8) che media gli effetti di questo ormone”, spiega Maura Cardarelli, primo ricercatore del Cnr-Ibpm.  “L’obiettivo è stato capire come questo gene contribuisca alla fertilità maschile nelle piante in grado di autofecondarsi. Per questo motivo abbiamo lavorato su Arabidopsis, una specie spontanea presa comunemente a modello in quanto contiene sia gli organi fiorali maschili sia quelli femminili ed è quindi autogama, cioè si autofeconda. L’autofecondazione è una caratteristica negativa che va eliminata nelle piante coltivate. Infatti, la conseguenza è una maggiore consanguineità e le piante ‘prodotte’ per autofecondazione sono più deboli di quelle ibride, prodotte per incrocio tra due piante diverse. Per questo motivo in agricoltura vengono utilizzate sementi ibride e la loro produzione è favorita dalla ridotta fertilità maschile”.
 
Durante lo studio i ricercatori hanno isolato ARF8.4, una variante di splicing, ossia una sorta di 'messaggero' del gene ARF8 mai trovata prima. “Per capirne la funzione abbiamo fatto esprimere le diverse varianti note e ARF8.4, una alla volta in una linea mutante, cioè, difettiva per il gene ARF8”, conclude Cardarelli. “Abbiamo quindi effettuato un’analisi molecolare della linea mutante rispetto alla linea originale grazie alla quale è stato possibile individuare i geni coinvolti nella fertilità maschile. Poiché i meccanismi di sviluppo regolati dall’auxina sono molto conservati in Arabidopsis e in specie diverse come pomodoro e riso, è possibile utilizzare le conoscenze acquisite grazie a questa ricerca anche in queste specie di interesse commerciale per ottenere piante maschio sterili da utilizzare in fecondazioni ibride e quindi produttive”.

Ref:  ‘A Newly Identified Flower-Specific Splice Variant of AUXIN RESPONSE FACTOR8 Regulates Stamen Elongation and Endothecium Lignification in Arabidopsis’, Roberta Ghelli, Patrizia Brunetti, Nadia Napoli, Angelo De Paolis, Valentina Cecchetti, Tomohiko Tsuge, Giovanna Serino, Minami Matsui, Giovanni Mele, Gianmarco Rinaldi, Gianna Aurora Palumbo, Fabrizio Barozzi, Paolo Costantino, Maura Cardarelli Mar;30(3):620-637 DOI: 10.1105/tpc.17.00840. (http://www.plantcell.org/content/30/3/620) 

Per informazioni:
Maura Cardarelli
Cnr-Ibpm
maura.cardarelli@cnr.it
 
Fonte: www.cnr.it



NUOVO STUDIO SULLA RIVISTA ONCOGENE FINANZIATO DA AIRC. REGINA ELENA E IBPM-CNR: SCOPERTA NELLA REGOLAZIONE DI FATTORI CRUCIALI PER LA FORMAZIONE DEI TUMORI

23/04/2018

“Aurora B - spiega Cinzia Rinaldo - è spesso deregolata nei tumori e il suo malfunzionamento può portare alla formazione e progressione dei tumori”. Ciliberto: “Il lavoro aggiunge un nuovo tassello che chiarisce i meccanismi della divisione cellulare e della proliferazione di cellule tumorali”
 
Dimmi come ti dividi e ti dirò chi sei. Circa un terzo dei tumori umani, infatti, possono originare da cellule ‘difettose’ che si dividono ‘male’.  Un recente studio dei ricercatori dell’Istituto Regina Elena (Ire) e dell’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibpm-Cnr), pubblicato sulla rivista Oncogene, ha identificato un nuovo ruolo della proteina Aurora B che risulta cruciale per un corretto completamento della divisione cellulare. Aurora B è espressa in maniera anomala in molti tipi di tumori ed è stata identificata come bersaglio molecolare di nuove terapie antitumorali; farmaci che ne bloccano l'attività sono oggetto di studi pre-clinici e clinici.
 
Il recente studio dei gruppi di ricerca diretti da Silvia Soddu del Regina Elena e da Cinzia Rinaldo dell’Ibpm-Cnr apre un nuovo capitolo sulla comprensione del meccanismo di controllo della divisione cellulare e sulle cause scatenanti l’insorgenza di molti tumori.
 
Facciamo un passo indietro. Già nel 2012 il team di Silvia Soddu aveva dimostrato che la localizzazione delle proteine HIPK2 e H2B sul ponte intercellulare che si forma durante la separazione delle cellule, detta citochinesi, assicura la corretta divisione e trasmissione del materiale genetico tra le cellule figlie. Se questo processo non avviene in modo regolare le due cellule figlie non si dividono ma generano una cellula tetraploide che ha il doppio del contenuto di cromosomi di una cellula normale. “Ora abbiamo scoperto – spiega Silvia Soddu -  che la proteina Aurora B regola la specifica localizzazione di HIPK2 e del suo partner H2B durante la citochinesi”.
 
“Aurora B - prosegue Cinzia Rinaldo - è spesso deregolata nei tumori e il suo malfunzionamento può quindi portare al fallimento della citochinesi e alla formazione di cellule aberranti dotate di due nuclei, che sono geneticamente instabili e possono portare alla formazione e progressione dei tumori”.
 
“Lo studio – conclude Gennaro Ciliberto, Direttore scientifico Ire - aggiunge un nuovo e importante tassello alla comprensione delle cause che favoriscono l’insorgenza del cancro, e alla individuazione di nuovi target per bersagli terapeutici”.

Ref: HIPK2 and extrachromosomal histone H2B are separately recruited by Aurora-B for cytokinesis., Laura Monteonofrio, Davide Valente, Manuela Ferrara, Serena Camerini, Roberta Miscione, Marco Crescenzi, Cinzia Rinaldo, Silvia Soddu, 2018 Mar 22. https://doi.org/10.1038/s41388-018-0191-6

Per informazioni:
Cinzia Rinaldo
Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibpm-Cnr)
cinzia.rinaldo@uniroma1.it

Fonte: www.cnr.it



VERSO NUOVI MODELLI NEURONALI PER LA CURA DELLA MALATTIA DI HUNTINGTON

10/04/2018
 
E’ in uscita ad aprile, sulla rivista scientifica ‘Stem Cell Research’, uno studio che apre nuove prospettive per la cura della malattia di Huntington, frutto della collaborazione tra Andrea Ilari dell’Istituto di biologia e patologia molecolari (Ibpm) del Cnr di Roma e Ferdinando Squitieri dell’Irccs ‘Casa Sollievo della sofferenza’ di San Giovanni Rotondo (Foggia).
 
Il lavoro nasce dall’esigenza di scoprire i meccanismi molecolari coinvolti nello sviluppo di questa patologia genetica neurodegenerativa. La malattia di Huntington –che in Italia conta circa 6-7.000 persone colpite e 30-40.000 considerate a rischio di ammalarsi- è dovuta alla mutazione del gene della proteina Huntingtina. Negli individui sani, questo gene contiene un tratto poli-CAG (che corrisponde nella proteina ad un tratto di poliglutammnime) al di sotto di 35 triplette, mentre negli individui malati questo tratto è espanso (>35 triplette) e causa la sintesi di una Huntingtina mutata, che danneggia le cellule nervose.
 
Il nome associato alla patologia deriva da George Huntington, il medico americano che l’ha descritta per la prima volta nel 1872, sintetizzandone i tre punti fondamentali: la tendenza al suicidio e al disturbo mentale; l’ereditarietà e il carattere progressivamente invalidante.  La malattia, infatti, è causa di diversi sintomi: movimenti involontari -come di una danza incontrollata, ragion per cui è anche detta còrea, dal greco ‘danza’, la perdita delle capacità cognitive e i disturbi psichiatrici: le manifestazioni sono variabili da soggetto a soggetto, anche all’interno dello stesso nucleo familiare e ciò la rende particolarmente difficile da riconoscere e da curare. La malattia è, ad oggi, trattabile solo in via sintomatica e non è stata ancora trovata una cura che porti alla guarigione, la rallenti nel decorso o che ne prevenga l’insorgenza.
 
Per questo motivo c’è bisogno di nuovi modelli per studiare i meccanismi molecolari della malattia e per testare nuovi farmaci contro di essa.
 
Il lavoro pubblicato su ‘Stem Cell Research’ fornisce una speranza a quanti cercano di capire come curare la patologia: nello studio, infatti, sono state prese delle cellule della cute di un paziente (fibroblasti)  e  con una tecnica innovativa (già messa a punto da Jessica Rosati e Angelo Vescovi) sono state ottenute delle cellule staminali pluripotenti. Queste cellule staminali possono essere trasformate in neuroni: si apre, così, la  strada a nuovi tipi di sperimentazioni, in quanto è ora possibile avere le cellule neuronali del paziente senza tecniche invasive e studiarle ‘in vitro’ per aumentare la nostra conoscenza sulla malattia  e individuare possibili strategie terapeutiche.
 
Ref. 'Generation of induced pluripotent stem cell line, CSSi004-A (2962), from a patient diagnosed with Huntington's disease at the presymptomatic stage', Stem Cell Res. 2018 Apr; 28:145-148. doi: 10.1016/j.scr.2018.02.014. Epub 2018 Feb 21. PubMed PMID:29486399)
 
Per informazioni:
Andrea Ilari
Ibpm-Cnr
andrea.ilari@uniroma1.it
06/49910910
Ferdinando Squitieri, Irccs 'Casa sollievo della sofferenza', email: ferdinandosquitieri@yahoo.it

Fonte: www.cnr.it



DISTROFIA DI DUCHENNE: IDEATO UN NUOVO GENE ARTIFICIALE A SCOPO TERAPEUTICO
 
BBA
Documenti: Rassegna stampa



BIOLOGIA MOLECOLARE DELLE PIANTE  
UN "EXITRONE"  ALLA BASE DI UN NUOVO MECCANISMO DI REGOLAZIONE DELLA CRESCITA  
La scoperta pubblicata in Plant Cell è stata commentata in un Highlight Editoriale


Plant Cell
 
Documenti: Highlight Editoriale Plant Cell